La casa degli Omenoni
L’originalità del palazzo stupisce ancora oggi
Leone Leoni, artista sia alla corte di Carlo V, sia a quella di Filippo II, dopo una vita avventurosa sceglie Milano come sua città d’elezione e vi fa costruire Casa degli Omenoni.
La casa prende il nome dai grandi uomini (telamoni) che in milanese vengono, appunto, chiamati omenoni.
Sono otto statue imponenti che spiccano sulla facciata dell’edificio cinquecentesco.
Le sculture sono tristi, pensierose, con la barba riccioluta, oppure con la testa ripiegata in avanti, il loro scopo è quello di raffigurare le stirpi dei barbari sconfitti.
Una forte allusione al mito di Atlante, il titano che portava su di sé l’intero peso del globo.
Casa degli Omenoni – Via degli Omenoni, 3
In realtà i telamoni per Leone Leoni oltre ad essere un riferimento alla Magna Grecia, come ad esempio i colossi del tempio di Zeus ad Agrigento, era una soluzione architettonica utilizzata come sostegno decorativo e strutturale.
La sua casa già allora era un vero e proprio museo, ospitava diverse opere importanti di illustri colleghi: come ad esempio “Andromeda” e “ Marte e Venere” di Tiziano, “San Giorgio” del Parmigianino ed un libro di disegni e appunti di Leonardo da Vinci, forse lo stesso Codice Atlantico ora visibile presso L’Ambrosiana di Milano appunto.
Purtroppo dopo la morte del maestro, tutta la collezione è andata dispersa.
L’originalità del palazzo però stupisce ancora oggi con il suo vecchio numero civico 1722 e con il rilievo che spicca sopra l’ingresso che rappresenta la “Calunnia” sotto forma di satiro sbranata dai leoni del casato degli antichi proprietari, come l’aretino Leone Leoni.