Pinacoteca Ambrosiana Milano _cartone di Raffaello-

Pinacoteca Ambrosiana

Creata nel 1618 fu il primo museo pubblico cittadino 

Sede della Pinacoteca Ambrosiana è un antico palazzo che sorge nel cuore di Milano, sui resti del foro romano.
Pinacoteca Ambrosiana sale
Il 29 aprile 1618 il Cardinale Federico Borromeo donava la sua collezione di dipinti, statue, stampe, disegni e incisioni all’Ambrosiana, istituendo la Pinacoteca Ambrosiana che, nelle sue intenzioni, doveva servire da supporto e modello a una futura Accademia di belle arti per la formazione e l’educazione del gusto estetico.

Col passare dei secoli numerose donazioni di liberali mecenati sono andate ad arricchire le collezioni del Museo

Tra i dipinti più famosi della Pinacoteca Ambrosiana vanno segnalati: il Musico di Leonardo, la Canestra di frutta di Caravaggio, il Ritratto di dama di Giovanni Ambrogio De Predis, la Madonna del padiglione di Botticelli, il Presepe di Barocci, l’Adorazione dei magi di Tiziano, la Sacra Famiglia di Bernardino Luini, il Fuoco e l’Acqua di Brueghel.

Pinacoteca Ambrosiana

Passeggiando tra una sala e l’altra si possono scoprire anche delle vere e proprie curiosità, come la teca contenente una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia

Pinacoteca Ambrosiana teca contenente una ciocca di capelli di Lucrezia Borgia

E’ conservato qui alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano il più grande cartone preparatorio rinascimentale sopravvissuto fino ai nostri giorni; si tratta del Cartone preparatorio per la Scuola di Atene di Raffaello.

Realizzato da Raffaello nel 1508 (come riferimento per l’esecuzione del celebre affresco della Stanza della Segnatura in Vaticano)

Cartelloo di Raffaello Pinacoteca Ambrosiana

Corre l’anno 1508, il giovane urbinate giunge a Roma, chiamato dal Papa Giulio II°, per affrescare La Scuola di Atene nella Stanza della Segnatura in Vaticano. Insieme a lui ci sono i grandi maestri. Sa di doversi confrontare con Michelangelo. Sa che le mani più abili sono nella Città Eterna occupate a dare vita a qualcosa di grandioso e unico.

Il suo compito è di raffigurare Platone ed Aristotele attorniati dai saggi dell’antichità greca (non a caso il titolo corretto dell’opera è La Filosofia), con architetture romane tardo imperiali sullo sfondo (anche se queste ultime nel disegno mancano).

Lo fa preparandosi su un cartone a grandezza 1:1, senza sapere che quel capolavoro valicherà frontiere e attraverserà i secoli. Solamente 100 anni più tardi, infatti, è oggetto del desiderio del Cardinale Federico Borromeo che lo ottiene in prestito dal Conte Fabio II° Visconti di Brebbia sino al 1626, quanto riesce ad acquistarlo per una somma a dir poco esorbitante.

La sua avventura però è solo agli inizi. A fine Settecento è requisito da Napoleone che lo trasferisce a Parigi dove, fortunatamente, approda al Louvre e viene restaurato. Non trascorre molto tempo prima di un nuovo viaggio. Perché dopo Waterloo, nel 1815, grazie a Canova rientra in Italia e dal 1837 viene esposto in Ambrosiana.

Nemmeno un secolo di quiete e sopraggiungono i due conflitti mondiali che impongono l’ennesimo spostamento, nel caveau della banca Cariplo. Si devono attendere gli anni Cinquanta per rivederlo nella sua vecchia sede. A questo punto, non è difficile immaginare che tanti movimenti e passaggi di mano abbiano fatto da accelerante al degrado….ma fortunatamente è stato nuovamente restaurato con un lungo lavoro.

Pinacoteca Ambrosiana cortile spiriti magni

All’esterno da vedere assolutamente il cortile “degli spiriti magni”,  ideato dal prefetto Giovanni Galbiati nel 1932, prende il suo nome dai versetti del canto IV dell’Inferno, dove a Dante, nel limbo, vengono mostrati appunto gli “spiriti magni”, cioè i grandi della poesia, della scienza, della cultura.

È possibile leggere la citazione di Dante sulla parete frontale del cortile, dove si intravede anche quello che rimane di un affresco opera di Aurelio Luini, figlio del più celebre Bernardino.⁣

Come in una specie di “convegno”, il prefetto Galbiati volle raccogliere le statue degli “spiriti magni” della cultura europea, antica e moderna.⁣

Vi troviamo Platone, san Tommaso d’Aquino, Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Chateaubriand, Goethe, Shakespeare. Vi sono poi Sandor Petöfi, letterato, poeta ed eroe nazionale ungherese; Dimitrie Cantemir intellettuale rumeno e Teofrasto Paracelso, rappresentante della cultura elvetica.⁣⁣

Splendida la sala dell’ Esedra ⁣

Pinacoteca Ambrosiana sala esedra

Il Prefetto Giovanni Galbiati, nel 1930-31, in occasione del bimillenario virgiliano, fece realizzare uno spettacolare mosaico per questa sala della Pinacoteca.

Esso raffigura la miniatura che Francesco Petrarca commissionò a Simone Martini  come tavola di apertura del suo amatissimo manoscritto con le opere di Virgilio, uno dei cimeli più preziosi conservati in Biblioteca Ambrosiana.⁣ ⁣

Pinacoteca Ambrosiana sala esedra
Il Prefetto volle riprodurre questo capolavoro proprio perché tutti potessero conoscerlo, non essendo l’originale esposto al pubblico.⁣

Si tratta di un’allegoria: Virgilio è rappresentato nell’atto di comporre, mentre Servio, il commentatore medievale del poeta latino, con atto simbolico discosta il velo, come per indicare che attraverso i suoi commenti egli ha “svelato” i significati più profondi della poesia virgiliana.⁣

Attorno troviamo le tre figure allegoriche che rimandano alle tre opere principali di Virgilio: il pastore che allude alle Bucoliche, l’agricoltore che allude alle Georgiche e l’eroe in armi (Enea) che allude all’Eneide.⁣

Pinacoteca Ambrosiana vetrata dantesca

Dopo la sala Esedra un’altra meraviglia: la celebre vetrata “Il trionfo di Dante” di Giuseppe Bertini, autore anche di numerose vetrate per il Duomo di Milano.⁣

Presentata all’Esposizione Universale di Londra del 1851l’opera godette di grande successo, di pubblico e di critica, tanto da essere acquistata con una sottoscrizione pubblica dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano dove è possibile vederla. ⁣

Il poeta è effigiato seduto su un trono gotico, affiancato dall’enigmatica Matelda e da Beatrice; nel registro superiore sono raffigurati episodi rispettivamente del canto I e del canto III dell’inferno (Dante nella selva oscura e il demone Caronte).⁣

San Domenico e san Francesco, fondatori degli ordini mendicanti, fungono quasi da mediazione al registro superiore, ove è raffigurata la Vergine in trono, vestita di bianco e venerata dagli angeli.⁣

 

Biblioteca Ambrosina Milano

A conclusione di questo breve excursus sulla Pinacoteca è doveroso ricordare le preziosità di un’altra perla dell’Ambrosiana: la sua Biblioteca.⁣

Il Centro di studio e di Cultura della Biblioteca Ambrosiana, inaugurato nel 1609 come una delle prime raccolte librarie aperte al pubblico e non di fruizione esclusiva di un principe o di un alto prelato, ha preso avvio con un patrimonio di migliaia di preziosi manoscritti consistenti nelle opere principali di tutti i letterati e scienziati allora conosciuti.⁣

Nel 1637, con un atto di donazione del marchese Arconti, la Biblioteca Ambrosiana acquisì la proprietà di dodici manoscritti vinciani, tra i quali il famoso Codice Atlantico, così chiamato per il suo grande formato da “atlante”.  (1750 disegni tecnici e scientifici)⁣

Arricchitasi nei secoli seguenti grazie a importanti donazioni, la Biblioteca Ambrosiana è ad oggi una delle prime biblioteche al mondo per vastità delle raccolte e pregio dei codici conservati.⁣ ⁣