Baggio Milano

Baggio: un salto nel tempo

Baggio non rientra in nessuna classifica delle cose da vedere a Milano, ma è comunque un luogo ricco di storia

Perché parlo di Baggio? Perchè  Baggio è un salto nel tempo tra maioliche e tradizioni.

Perché è proprio qui che nasce l’antica e tipica espressione milanese, “Va’ a Bagg a sonà l’òrghen” ovvero: “Vai a Baggio a suonare l’organo”, l’equivalente di “Vai a farti un giro” (o altro), usato per liberarsi, in modo più o meno cortese, dagli  scocciatori.

Volevo assolutamente  vedere  le maioliche che tentano di spiegare l’origine di questa espressione meneghina !
Quindi incuriosita da questo detto sono andata sul posto! Sono andata una domenica mattina e mi sembrava di essere tornata  indietro nel tempo, ai cari, vecchi, paesini di provincia, qual era Baggio fino al 1923. Poca gente in giro, negozi chiusi, una sensazione particolare che non vi farà credere di trovarvi in un quartiere della caotica Milano.

Baggio un salto nel tempoBaggio quartiere – mappa –

È lungo via delle Forze Armate e in via Ceriani che si concentra quasi tutto quello che c’è di interessante  da vedere a Baggio. Una piacevole passeggiata tra vecchie botteghe di quartiere e numerose maioliche colorate sui muri, affisse per riqualificare la zona e che raccontano un po’ la storia di Baggio oltre a mostrare scene di vita popolare.

Tra queste ceramiche la più simpatica, a mio giudizio, è quella che raffigura un contadino, non particolarmente furbo, che per togliere l’erba cresciuta in cima al campanile di Sant’Apollinare, tenta di farci salire un asino per brucarla tirandolo su con una fune. A quanto pare è ispirata a una diceria popolare. A questa replica un’altra maiolico che dice:

“Milanes! V’emo portaa l’asin che l’è minga mort su’l campanin de la gesetta de Bagg. Bauscioni, avii capii adess!”
(Milanesi! Vi abbiamo portato l’asino che non è morto sul campanile della chiesetta di Baggio. Bauscioni, avete capito adesso!)⁣⁣⁣⁣

L’origine del nome “Baggio” è dubbia, potrebbe risalire dal nome di una torre militare romana detta “Badalocum”, ossia “bada al luogo”, così come da una torre o abbazia detta “Badia aggeris”, poi Badagio, Badaxio, Baggio.⁣
⁣La strada principale che collegava il Borgo con Milano, era detta “Baggina”, percorsa a piedi da molti lavoratori, sino a che, nel 1913, fu realizzata la prima linea tranviaria per Baggio che, quattordici anni dopo, fu numerata con il famoso 34. ⁣

Cosa si può vedere di interessante, oltre alle ceramiche, a Baggio?

CHIESA VECCHIA

Partiamo dalla sua Chiesa, la Chiesa Vecchia, parzialmente rifatta nel XIX secolo, ma che conserva il campanile originale e che è famosa per il suo organo… che non c’era.

La parrocchia è stata costituita nel 1628 dal Cardinale Federico Borromeo. La chiesa invece, più volte ricostruita, e l’attuale campanile romanico esistono dall’anno 1000. Il campanile appare oggi così come lo dovevano vedere gli antichi abitanti del villaggio di Baggio. All’epoca svettava più in alto di tutti gli edifici circostanti e doveva essere visibile fin dalle mura della città di Mediolanum, distante pochi chilometri.

Baggio un salto nel tempo chiesa vecchia di Baggio San Apollinare

L’ultima ricostruzione dell’attuale Chiesa Vecchia, con conseguente riconsacrazione nell’anno 1875, è stata provocata da un violento incendio che costrinse nel 1870 al suo abbattimento. Con l’aumento della popolazione che nel 1923, epoca del conglobamento di Baggio nel comune di Milano, era diventata di 7500 anime, si è resa necessaria la costruzione di una nuova chiesa più capiente: l’attuale Chiesa parrocchiale di S. Apollinare, consacrata nel 1942 dal Cardinale Schuster.

chiesa San Apollinare Baggio

LA LEGGENDA DELL’ORGANO

In milanese, come dicevo all’inizio, si usa dire:
“Ma va’ a Bagg a sonà l’orghen!”  ovvero : “ma vai a Baggio a suonare l’organo…”

Pare che questo detto abbia un fondamento di verità o, quantomeno, si rifaccia alla leggenda dell’organo dipinto all’interno della chiesa vecchia di Sant’Apollinare.

Nel 1865 vennero raccolti dei fondi per ampliare l’allora chiesa parrocchiale diventata ormai troppo piccola per accogliere tutti i fedeli. Ne vennero però raccolti troppo pochi tanto che, a pochi giorni dall’inaugurazione, la chiesa era ancora sprovvista di organo e non c’erano soldi per comprarne uno nuovo. Per non scontentare i donatori ne venne così dipinto uno all’interno della chiesa. Col tempo poi la leggenda si è arricchita di particolari tanto che son spuntate fuori diverse interpretazioni della stessa (tutte documentate nelle maioliche, ma con spiegazioni in milanese non comprensibili a tutti).

E comunque adesso nella vecchia chiesa di Baggio non c’è più l’organo dipinto, quindi non ci sono testimonianze della veridicità della storia. In compenso c’è un organo in canne e ossa risalente alla seconda metà dell’Ottocento.

Sulle formelle appese al muro vicino alla chiesa si legge:

  1. EL PITTOR, LA FAMM e L’ORGHEN ( il pittore, la fame e l’organo”)
    la nostra chiesetta è povera, tutti noi, che non possiamo mica permetterci nemmeno uno straccio d’organino, almeno adesso lo avremo pitturato sul muro.
  2. GHE VOREVA ANCA LA GUERRA (ci voleva anche la guerra)in un paio di giorni la nostra chiesetta si è trasformata in un deposito militare. I francesi avevano fatto man bassa di tutto e anche, ed è stata la più grossa, delle canne dell’organo.
  3. EL TINO, EL TOR, E L’ORGHEN (Il Tino, il Toro e l’organo)
    “Appoggia la testa all’organo dipinto sul muro, chiude gli occhi. Tira un sospirone come quando era davanti al toro e poi, poi si mette a piangere, non finisce più, e proprio in quel momento l’organo si mette a suonare.”
  4. GAETAN EL DAZZI E L’ORGHEN (Gaetano, il dazio e l’organo)”Gaetano, era proprio necessario andare a suonare l’organo fino là a Baggio, che sembra fuori dal mondo?” A continuare a fare avanti e indietro dal dazio, il Gaetano è conosciuto da tutti i dazieri: “Eccolo lì quello che va a Baggio a suonare l’organo!”
  5. EL REAL CONSERVATORI DE MILAN (il reale conservatorio di Milano)
    “Prima della lezione, finiamo subito i compiti della settimana sull’organo di Baggio. Tu, Nearco, in piedi! Non ci sei mai… E allora vai a Baggio a suonare l’organo!”

La cripta della Parrocchia di Sant’Apollinare in Baggio custodisce invece un tesoro prezioso e ineguagliabile: il grande presepe biblico.⁣

A differenza dei tradizionali presepi, il presepe biblico di Baggio non si limita a rappresentare gli avvenimenti legati alla nascita di Gesù, ma estende la sua narrazione figurativa anche alle vicende più significative delle Sacre Scritture: dalla Creazione del mondo alla Natività, dalla fuga in Egitto alla diffusione del Vangelo da parte dei discepoli.⁣

Per questo suo ampio respiro storico-religioso, il presepe biblico di Baggio è forse unico nel suo genere.
È espressione di una grande passione per il modellismo da parte di un signore che nel 1960 iniziò questa grande opera che sopravvive grazie all’aiuto di volontari e donatori.⁣
Una cinquantina di scene con effetti speciali luminosi e sonori che rendono la narrazione più interattiva, distribuiti su una superficie di circa 350 mq.⁣

Proseguiamo…

EL PALAZZIET

In via delle Forze Armate si trova anche una testimonianza legata alla potente famiglia dei Baggi che ha dato nome al borgo. Si deve alla famiglia Baggio o Baggi il fiorire di Baggio, i quali ne fecero un importante centro politico e militare. Papa Alessandro II era un esponente di questa famiglia, col nome di Anselmo da Baggio.

Si tratta de El Palaziett, un angolo pittoresco davvero unico, di epoca medievale.⁣
Merita una tappa: nel cortile si possono ammirare gli affascinanti ballatoi antichi in legno.⁣