foresta di bambù a milano

La foresta di bambù a Milano

parchi a Milano che sorprendono

Anche i parchi di Milano riservano soprese e curiosità!

La Foresta di bambù si trova a due passi dal Naviglio, un angolo d’oriente, alll’interno del Parco Segantini di Milano.

Rientra secondo me con tutti gli onori, insieme alla panchina più lunga del mondo, tra le curiosità ospitate all’ interno dei parchi milanesi.

Onestamente più che una foresta  è un boschetto di bambù, e fa parte di un progetto più grande, quello del Parco Segantini: si tratta di un’iniziativa che vede partecipare attivamente i cittadini dei Municipi 5 e 6, in collaborazione con il Comune di Milano.

Quest’area ospitava l’istituto Sieroterapico Milanese fondato nel 1896 dal prof. Serafino Belfanti. Destinato alla ricerca, alla produzione del siero antidifterico e ad altri vaccini, venne chiuso nel 1993.

Oggi questo parco, con un’ ampia radura, offre ai sui fruitori una bellissima vista prospettica verso la chiesa di S. Maria delle Grazie al Naviglio; la Roggia Boniforti una perla naturalistica dove trovano ospitalità germani, aironi grigi, gallinelle d’acqua e altri animali, una vera oasi in città.

Dal lato delle case che danno su via Segantini invece si trovano tre aree a orto condiviso delimitate da piante fiorite; in una c’è un pergolato, in tutte capita spesso di trovare persone al lavoro.

Sempre qui possiamo vedere quello che resta della Cascina Magolfa, conosciuta anche come Cascina Argelati; sta lentamente sparendo nell’abbandono.

Cascina Magolfa

cascina Magolfa a Milano quello che resta

La cascina risale per certo al XVIII secolo, in quanto è riportata sulla carta del Catasto Teresiano (1722) relativa ai Corpi Santi di Porta Ticinese; essa faceva parte di un ampio nucleo agricolo ed era circondata da altre cascine

Nel territorio che apparteneva ai Corpi Santi non sono molte le testimoniante rimaste di quel mondo bellissimo, così gremito di borghi, ville, castelli, chiesine e lavori artistici.

La Magolfa è infatti una via antica, di origine longobarda, attraversata da una vetusta roggia inaridita.

Qui si teova una chiesetta dedicata alla Madonna del Sasso o del Sangue, un tempo frequentata dagli spazzacamini che scendevano a Milano una volta all’anno per togliere la fuliggine ai camini; e la sera si riunivano nell’oratorio per sentirsi più vicini al focolare di casa.

Un tempo nella via c’erano case di ringhiera, dove gli abitanti passavano ore insieme, stendevano i panni sul filo steso tra un ballatoio e l’altro, dai quali conversavano, confidandosi gioie e dolori.

Prima da salutarti, ti lascio il link dove puoi vedere un breve reel/video del boschetto di bambù che avevo pubblicato su instagram.