Il duomo di Milano e il mercante di schiave

Il Duomo di Milano e il mercante di schiave

All' interno della cattedrale ha il suo monumento funebre: il suo nome e Marco Carelli.⁣⁣

La prima guglia del Duomo di Milano sapete a chi è intitolata? Ad un mercante di schiave che all’ interno della cattedrale ha anche il suo monumento funebre.⁣⁣
Il suo nome: Marco Carelli.⁣⁣
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Mercante milanese ricco, ricchissimo, così ricco da arrivare a prestare denaro anche ai potenti di Milano. Importava merci da ogni angolo del mondo per poi farle approdare al porto di Venezia. Da lì raggiungevano tutto il ducato di Milano: pepe, tessuti, lana, metalli, tinture colorate, cibi esotici, vini, bestiame e, soprattutto, schiavi non tanto maschi, ma donne, in particolare quelle di età giovanissima.⁣⁣
Tutte bellissime, sane, provenienti dai paesi slavi e «garantite contro il mal caduco», che sarebbe l’epilessia, come riportano i suoi registri, che venivano poi vendute per 30 ducati l’una ai giovanotti milanesi che in qualche caso arrivavano addirittura a sposarle.⁣⁣
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Marco Carelli poco prima della morte aveva donato alla Fabbrica del Duomo la cifra pazzesca per l’epoca di 35.000 ducati, innumerevoli beni come poderi, case e merci che la Fabbrica, nel corso degli anni, vendette per ricavarne il denaro necessario alla costruzione della cattedrale.⁣⁣

⁣⁣il duomo di milano e il mercante di schiave_guglia Carelli

Duomo di Milano curiosità

Carelli morì a Venezia nel 1395 e La Veneranda Fabbrica del Duomo si occupò di andare a recuperare il corpo e lo fece traslare a Milano con solennità degne di un reggente. Gli fu subito dedicato il monumento che vediamo oggi.⁣⁣
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La Veneranda Fabbrica non riservò un trattamento del genere al Carelli perché aveva qualche particolare simpatia per il mercante. Lo fece esclusivamente, come si diceva allora, pro bono exemplo , per dare il buon esempio, nella speranza che una traslazione in pompa magna e una sepoltura così sfarzosa avrebbero convinto altri ricchi milanesi a fare lasciti testamentari di quella incredibile portata.⁣⁣

Vi saluto con una curiosità e vi ricordo di seguire il tag #racconti se non volete perdere le prossime storie oppure  volete recuperare dei racconti già pubblicati.

Curiosità

Altra cosa che si evince dai documenti è che molte di queste schiave molto giovani e molto belle erano per suo diletto personale. Carelli amava circondarsi di molte donne, tutte giovanissime, che una volta diventate troppo adulte per il suo sollazzo venivano liberate con una ricca dote in modo che non faticassero a trovare marito in città.

Così, quando il marito passò a miglior vita, Flora Liprandi, vedova di Marco Carelli, si ritrovò la casa piena di giovani concubine senza arte né parte, e fu costretta a implorare la Veneranda Fabbrica del Duomo di restituirle parte del denaro del marito così che potesse aiutare economicamente le ragazzine.