La pietra rotonda di San Barnaba
E' il più antico reperto conservato in città, nota come pietra del "tredesin de marz"
La pietra di San Barnaba, cosa dice la storia e cosa racconta la leggenda?
Proprio strana questa Milano, città piena di storia, una storia che spesso si perde nella notte dei tempi! Se vogliamo scoprire il più antico reperto conservato in città, una pietra speciale, dobbiamo andare a cercarla non in centro, ma in un posto sicuramente impensabile!
In una chiesetta che spesso passa inosservata, quella di Santa Maria al Paradiso, in Corso di Porta Vigentina 14, ben lontano dal centro città! Incastonata nel pavimento, al centro dell’unica navata di quella chiesa, scopriamo infatti, una pietra circolare particolarissima, addirittura di origine celtica!
Nell’anno 51 d. C . La Mediolanum di allora, era una città che, pur essendo già da tempo, assoggettata ai Romani e quindi abituata alle loro usanze pagane, continuava a mantenere ancora viva la propria tradizione celtica. Il Cristianesimo non era ancora arrivato da queste parti.
Si racconta che il 13 marzo del 51 d.C. San Barnaba piantò la croce in questa pietra rotonda con un foro al centro, quando venne a Milano ad annunciare il Cristianesimo, segnando con questo gesto l’arrivo ufficiale di questa religione in città.!
L’iscrizione latina recita:” il giorno 13 marzo dell’anno del signore 51 San Barnaba Apostolo predicando il vangelo di Cristo al popolo milanese presso le mura di Via Marina a porta Orientale piantò il vessillo della croce in questa pietra rotonda”.
Questa pietra rotonda è nota anche come la pietra del tredesin de marz.
Reperita nel cimitero di Porta Orientale presso S. Dionigi è stata in seguito inserita nel pavimento della navata centrale di S. Maria al Paradiso. Si tratta probabilmente di una pietra tombale.
In Oriente, il foro centrale di quella pietra circolare, (attualmente chiuso da una borchia), viene chiamato “porta della liberazione”, a causa della credenza che da quel buco si liberi l’anima staccandosi dal corpo del defunto già sepolto.
La critica storica ha però dimostrato come sia infondato tale fatto: San Barnaba sembra che non lasciò mai la Turchia e i milanesi sarebbero divenuti cristiani tre secoli più tardi.
La tradizione popolare meneghina continuò per secoli (fino al 1396) a festeggiare tale data, con grande solennità, come fosse una giornata festiva. La festa verrà riconfermata due secoli dopo, nel 1583 da San Carlo Borromeo, per ricordare con cerimonie religiose, il miracolo della fioritura anticipata.
Una leggenda narra infatti che la neve, che quell’anno ancora ricopriva il terreno, si sciolse d’incanto al passaggio di Barnaba, facendo subito sbocciare i primi fiori.
Da allora, ogni anno, in ricordo di questa ricorrenza, mentre la Chiesa festeggia il Santo con una celebrazione religiosa in Santa Maria al Paradiso, viene allestito lì vicino, nella domenica della seconda settimana di marzo, un mercato, nato come antica fiera dei fiori di Milano e oggi è costituito da bancarelle di ogni genere.
Questo è il motivo per cui , a Milano, “el tredèsìn de marz“ è diventato il primo giorno di primavera.