Museo d'arte antica del Castello Sforzesco, all’interno delle sale affrescate, in età sforzesca e spagnola, sono conservati milleduecento anni di scultura lombarda, e non solo.⁣ ⁣

Museo d’arte Antica Castello Sforzesco di Milano

Il Museo d’arte Antica del  Castello Sforzesco di Milano è uno dei suoi Musei Civici assolutamente da vedere, dove non mancano delle curiosità.

Appena varchiamo le mura del Castello ci troviamo nella piazza d’Armi, dove svetta la torre di Bona Savoia. Proseguendo si arriva all’elegante Cortile della Rocchetta, ornato su tre lati da porticati opera del Filarete, di Ferrini e di Bramante. Sul lato occidentale del cortile si affaccia la Torre Castellana dove Ludovico il Moro custodiva le sue ricchezze.
Qui si trova la sala del Tesoro affrescata dal Bramante. Sempre dalla Rocchetta si ha accesso al Museo degli strumenti musicali, delle ceramiche, delle oreficerie, e degli incantevoli Arazzi di Trivulzio disegnati dal Bramantino, capolavoro dell’arte tessile italiana.

Poco distante si apre ai visitatori la Corte Ducale dove si trova l’altra area dei musei Civici di Milano.

Qui si accede alla sede museale della più importante raccolta meneghina di arte antica, di sculture lignee, d’arte applicata e una splendida Pinacoteca.

Iniziamo il nostro giro al Museo d’arte antica, spostandoci  all’interno delle sale affrescate, in età sforzesca e spagnola, dove sono conservati milleduecento anni di scultura lombarda, e non solo, non mancano infatti anche delle interessanti curiosità.⁣

I primi pezzi della collezione erano esposti, prima del trasferimento al Castello, all’interno dell’Accademia di Brera.⁣
Risale al 1900 l’inaugurazione del Museo Archeologico e Artistico, poi trasformato in Museo d’Arte Antica nel 1956 e dedicato all’arte lombarda dall’Alto Medioevo fino al pieno Rinascimento.⁣

Qui si trovano opere conosciute in tutto il mondo, una collezione costituita in larga misura da materiali lapidei: statue, membrature architettoniche, monumenti celebrativi e funerari. ⁣

Nella Sala I, nota come Sala della Cancelleria perchè all’epoca degli Sforza ospitava l’ufficio dedicato agli atti amministrativi e alla corrispondenza dei duchi, si trovano le opere provenienti da edifici e da strutture innalzati entro la cerchia delle mura medioevali di Milano.⁣

Entrando nella sala II l’attenzione va subito al monumento sepolcrale di bernabò visconti signore di Milano

museicivicicastellosforzesco

Il sarcofago è istoriato sui quattro lati con temi della crocifissione,della pietà, dell’incoronazione della Vergine e dei santi evangelisti. ⁣Sui pilastri sono rappresentati i padri della chiesa.⁣

Subito dopo lo sguardo cade sulla stupenda mandorla,che in origine decorava una finestra, costituita su una facciata dalla scultura di Cristo risorto e sull’altra facciata dalla scultura dell’Assunta

mandorla Scultura visibile al castello Sforzesco Milano

Entriamo nella sala del Gonfalone, dove la nostra attenzione è subito catturata dal bellissimo e maestoso Gonfalone che misura  in altezza  5,90m  e  3,98m in  larghezza.⁣

sala del gonfalone museo civico castello sforzesco

La complessità della figurazione e la ricchezza dei materiali ( ricami, tempera ed inserti preziosi) rendono quest’opera la straordinaria testimonianza di un’arte raffinatissima. La scelta della tecnica del ricamo per la realizzazione del Gonfalone fu naturale in quanto Milano per tutto il ‘500 espresse una notevole produzione proprio nell’arte ricamatoria, accogliendo eccellenti botteghe di ricamo note in tutta Europa.⁣

Su entrambe le facce compare Sant’Ambrogio, il patrono di Milano. Egli sorregge con la mano destra lo staffile, suo tradizionale attributo allusivo alla cacciata degli Ariani, con la sinistra un pastorale molto elaborato, simbolo del suo ruolo vescovile. La sontuosa veste di Ambrogio è ornata da riquadri con scene dell’Annunciazione ed i Santi Pietro, Paolo e Barnaba. Alle spalle un cielo stellato sovrasta un edificio sacro.⁣

Nel 1566, l’8 settembre il Gonfalone ultimato viene mostrato ai cittadini, e benedetto dall’arcivescovo Carlo Borromeo. Egli considera il santo un emblema civile e religioso, in quanto difensore della città e fondatore della Chiesa ambrosiana.⁣ ⁣Da testimonianze iconografiche sappiamo che rimase in uso fino alla fine dell’Ottocento.⁣

Tra le sale di questo museo, come vi dicevo inizialmeente, si celano anche delle curiosità, come per esempio il basso rilievo della  fanciulla che si rade il pube. Vi ricordare di lei?  Chi si supponga essere? No? allora leggete qui:la sconcia fanciulla!

Passiamo alla sala delle colombine

Questa sala è ornata come un tessuto, un tempo parte dell’appartamento ducale privato, oggi accoglie alcune fra le migliori opere scultoree della seconda metà del ‘400.⁣

sala delle colombine curiosità milanosuitacchi Perché la decorazione sembra un tessuto?⁣

In questa stanza il soffitto rosso è tutto decorato, sopra, come stampi su un tessuto, campeggiano numerosi soli con al centro una colomba, dalla quale prende il nome la sala, delle Colombine appunto.⁣
⁣Le colombe hanno in bocca un cartiglio con scritto: “A Bon Droit” cioè “A Buon Diritto”, motto inventato dal Petrarca in persona per Gian Galeazzo Visconti.⁣

La sala delle Colombine aveva la funzione di guardacamera. Una sala d’attesa che precedeva la Sala dei Ducali (camera di Galeazzo Maria). ⁣ ⁣Perché la decorazione sembra un tessuto?⁣ Altra curiosità!

Nel 1469 Galeazzo Maria aveva dato ordine che le sala dei Ducali e quella annessa fossero rivestite di tessuti decorati con imprese, forse per copiare la moda in Francia, ma purtroppo le botteghe milanesi non furono in grado di accontentare i suoi desideri. Le stanze dovevano essere pronte per le feste di Natale e così si optò per una decorazione ad affresco che imitasse in qualche modo una copertura in tessuto.⁣

Sala degli scarlioni⁣

In questa sala i duchi concedevano udienza e convocavano il Consiglio segreto.⁣⁣
⁣⁣Era così chiamata per le decorazioni a fasce bianche e rosse con andamento a zig zag (scaglioni o scarlioni!), oggi visibili grazie agli ampi restauri di fine Ottocento.⁣⁣
⁣⁣In questa stanza possiamo vedere l’arca del vescovo Battista Bagarotti ma soprattutto un capolavoro assoluto il monumento funebre a Gaston de Foix, condottiero francese nipote del Re Luigi XII, morto eroicamente a Ravenna Il 11 aprile 1512, fu sepolto nella chiesa di Santa Marta a Milano.⁣⁣

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Il capo cinto d’alloro, sul petto il collare dell’ordine francese di San Michele, le mani cingono l’elsa della spada, ora spezzata, che in origine doveva presentarsi lunga fino ai piedi.⁣⁣
Raffinati dettagli descrittivi si vedono sul cuscino, sul fodero della spada e del lenzuolo.⁣⁣

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Dell’arca del vescovo Battista Bagarotti vi posso dire che fu realizzata nel 1519 su commissione dello stesso vescovo di Bobbio. In origine l’arca si trovava presso la chiesa milanese di Santa Maria della Pace, nella cappella dedicata all’Assunta.⁣⁣
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Il mausoleo è caratterizzato dalla presenza di due sarcofagi sovrapposti, poggia su 6 esili colonnine decorate con teste di meduse appese ad un fiocco, a loro volta appoggiate su basamenti che recano scolpiti una mitra e gli stemmi del vescovo.⁣⁣
Il primo sarcofago poggia su due zampe di leone ed un teschio, l’arcata superiore ospita il defunto.⁣⁣
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Credo che siamo loro i protagonisti indiscussi di questa sala.⁣⁣

Un portale della metà del XV secolo proveniente da un edificio in Corso Magenta dà accesso alla sala verde o Armeria, a conclusione del percorso del Museo d’Arte Antica.⁣

Un portale della metà del XV secolo proveniente da un edificio in Corso Magenta dà accesso alla sala verde o Armeria⁣Spiccano, insieme alle armi, l’esposizione di materiali legati alle vicende artistiche e storiche di Milano e i portali (le porte di accesso) di importanti palazzi milanesi oggi scomparsi, tra i quali il Banco Mediceo fanno da padroni di casa di questa sala accogliendo i visitatori.⁣

Osservando le sue vetrine si trovano diversi tipi di armi dalla fine del XIV al XIX secolo che fanno scoprire come sono cambiate la tecnologia e l’arte della guerra.

Inizialmente non erano presenti armi offensive, poiché le due collezioni che erano confluite al Castello Sforzesco (la raccolta di armi del Museo Patrio di Archeologia dell’Accademia di Brera e la Collezione Uboldo) erano state saccheggiate nel 1848 dai patrioti milanesi per armarsi durante le Cinque Giornate. ⁣⁣
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A questi primi due nuclei si aggiungono negli anni donazioni di collezioni private, tra queste le più importanti sono quella del conte Bazzero de Mattei (1919), con numerose armi da fuoco ed un buon gruppo di armi bianche, e il consistente dono di Ambrogina Bergomi Subert (1941). ⁣⁣
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La particolarità della collezione consiste nel presentare non solo pezzi appartenuti a personaggi di elevato rango sociale indossati solo in occasioni ufficiali, ma soprattutto pezzi utilizzati comunemente dai militari dell’epoca.⁣⁣

 

E conludo qui il nosto giro vituale all’interno del Museo d’arte antica.

E’ però un arrivederci a presto perchè non possiamo mancare di vedere, la Sala delle Asse (quando riaprirà dopo il restauro) che conserva la decorazione a fresco della volta ideata da Leonardo nel 1498, un capolavoro che simula uno spazio aperto, e  la Pietà di Rondanini, l’ultima opera di Michelangelo lasciata incompiuta, una variante della Pietà con la Madonna in piedi che sorregge il corpo inerme del figlio.